Quando si parla di separazione o divorzio, capita a volte di utilizzare questi termini indistintamente, come se avessero lo stesso significato. La loro definizione, effettuando la ricerca tramite un normale dizionario di italiano, può essere talvolta simile ma, dal punto di vista legale, separazione e divorzio sono due mondi totalmente diversi con un’infinità di diritti e doveri che li differenziano.
Quando parliamo di separazione, infatti, dobbiamo pensare ad un processo di sospensione del matrimonio, il che significa che da un momento all’altro la coppia in questione può decidere di riconciliarsi e tornare alla vita matrimoniale di un tempo: con un periodo di pausa, i due coniugi hanno l’occasione per riflettere e capire realmente cosa desiderano. Consultando un avvocato divorzista Verona essi potranno valutare la miglior via da percorrere ed eventualmente, nei casi più “gravi”, procedere con l’iter di divorzio.
Se la coppia decide di affrontare il divorzio, si procede con l’interruzione del matrimonio per vie legali, supportati da avvocato e giudice (questo processo risulta essere molto più complicato se sono presenti anche dei figli, poiché prima di tutto bisognerà pensare al bene e ai diritti di questi ultimi). Con il divorzio, il vincolo matrimoniale si va ad interrompere definitivamente.
Separazione e divorzio: quando scatta l’obbligo di mantenimento?
Questa è una delle domande che viene posta in continuazione e per la quale c’è moltissima confusione, ma la risposta è semplice: in entrambi i casi. Sia in caso di divorzio che di separazione, infatti, spetta il cosiddetto mantenimento della parte più debole (legalmente la persona più debole è chi ha un reddito finanziario molto basso o addirittura nullo), solo in due casi specifici non spetta l’assegno familiare, ma affronteremo questo discorso successivamente.
Il mantenimento in fase di separazione
Durante la fase di separazione, il coniuge più benestante deve assicurare all’altra persona lo stesso tenore di vita avuto durante il periodo matrimoniale. Questo per evitare squilibri reddituali all’interno della coppia. Osservando le possibilità finanziarie di entrambi i soggetti, sarà il giudice a stabilire la somma di denaro da erogare.
L’assegno in fase di divorzio
In fase di divorzio non si chiama più mantenimento, bensì si fa riferimento ad un assegno familiare, in questo processo bisogna garantire e assicurare indipendenza economica al coniuge che possiede il reddito più basso. Nel caso in cui, anche se con un reddito quasi nullo, il coniuge lavori, il suo diritto a ricevere l’assegno di divorzio decade.
In quali casi queste circostanze possono assumere una piega differente?
Questi criteri specificati in precedenza non possono essere applicati in due circostanze specifiche, ovvero:
- In presenza di figli: poiché essi hanno il diritto di possedere un assegno che gli consenta di condurre uno stile di vita invariato e piacevole; questo diritto si possiede fino a quando il soggetto in questione non raggiunge una propria indipendenza economica.
- Dal momento in cui il coniuge più debole, quindi sempre legalmente parlando quello con meno stabilità economica, decide di sua spontanea volontà di procedere con il divorzio, essendo un suo desiderio rinuncia al proprio diritto al mantenimento.
Ovviamente, sia in caso di separazione che di divorzio, è fondamentale rivolgersi ad un buon avvocato esperto in diritto di famiglia onde evitare errori e riuscire a raggiungere il proprio obiettivo nel minor tempo possibile.