Nelle ultime settimane si è molto sentito parlare della proposta del governo M5S-Lega di cancellare in maniera definitiva l’assegno di mantenimento dovuto ad un coniuge all’altro per i figli in seguito al divorzio. La riforma in questione, proposta dal senatore Pillon, mira a ridurre in maniera sostanziale i ricorsi ai contenziosi giudiziari riducendo, in generale, il costo economico che ogni famiglia che si trova in questa situazione è costretta ad affrontare.
Per le coppie che rimangono, nonostante tutto, in un rapporto conflittuale sarà istituita, sempre se la riforma verrà approvata definitivamente, la figura del mediatore il cui compito principale sarà quello di far accordare le parti in merito soprattutto all’affidamento paritetico dei figli. Ecco di seguito spiegato cosa prevede questa riforma Pillon e quali saranno le possibili ripercussioni sulla vita quotidiana di milioni e milioni di coniugi divorziati con figli in Italia.
Cosa prevede la riforma che cancella l’assegno di mantenimento
Dato per scontato che ognuno dei genitori deve contribuire sempre e comunque al mantenimento dei figli, vi saranno, con l’eventuale approvazione, dei sostanziali cambiamenti nelle modalità di gestione di tali spese. Come spiega lo stesso Pillon, le spese dedicate ai figli non saranno più ripartite al 50% come avviene attualmente, ma verranno suddivise in base a diversi capitoli di spesa. Ogni genitore dovrà partecipare con un criterio di proporzionalità. Qualunque spesa necessaria per i figli verrà pagata e si eviteranno tutte le problematiche che spesso sorgono sul mantenimento tra due genitori separati.
Conseguenze e disagi che, poi, si ripercuotono inevitabilmente anche sui figli della coppia. Il principio che starà alla base di tutto sarà quello della bigenitorialità perfetta. I figli, infatti, quasi sempre affidati alle madri, non hanno la possibilità di frequentare adeguatamente i padri che vengono trasformati, dunque, in semplici bancomat da cui pretendere semplicemente il mantenimento senza pensare che un papà vuole poter stare del tempo con i propri figli. Lo stesso Pillon chiarisce il concetto con una sola frase, identificando molti padri italiani come genitori della domenica, aspetto che deve assolutamente cambiare. In base a tutto questo, se il ddl diventerà legge, i figli dovranno passare ugual tempo con la madre e con il padre godendo, dunque, di una doppia domiciliazione.
Madri divorziate, addio all’assegno di mantenimento per i figli?
È questo il grande quesito che tutti si pongono in questi giorni: con questa riforma si cancellerà l’assegno di mantenimento per sempre? Le madri divorziate, quasi sempre collocatarie dei figli, vedranno sfumare la possibilità di ottenere l’assegno di mantenimento dall’ormai ex marito? Sembra proprio di sì! Se la riforma avrà l’OK del governo, l’assegno di mantenimento cesserà definitivamente di esistere.
Sia la madre che il padre, dunque, dovranno contribuire in maniera uguale al sostentamento dei figli. Come sempre avviene, un occhio di riguardo è stato posto nei confronti dei figli che, spesso, sono quelli che soffrono maggiormente del divorzio dei propri genitori. In questo modo avranno due case e passeranno lo stesso tempo, durante il mese, sia con la mamma che con il papà. In questo modo i rapporti saranno davvero equilibrati e continuativi con entrambe le figure genitoriali senza che l’una, spesse volte il genitore collocatario, prevalga sull’altro. Il mediatore, poi, assisterà i coniugi che, come è stato detto, sono in disaccordo e hanno figli minori. Il lavoro di questa nuova figura professionale durerà al massimo 6 mesi e i compensi saranno a carico dei coniugi.
La reazione del mondo politico alla possibile cancellazione dell’assegno di mantenimento
Come si poteva facilmente pensare, le reazioni a questa proposta di legge da parte di tutti gli schieramenti politici non si è fatta attendere. Secondo Beatrice Brignone di Possibile, ad esempio, qualora l’assegno di mantenimento dovesse essere cancellato per sempre sarebbe l’ennesima violazione dei diritti delle donne madri separate. Si parla addirittura di un’abissale differenza tra il diritto dell’uomo e quello della donna tirando in ballo lo scottante argomento delle violenze domestiche che verrebbero accentuate, in futuro, se questo ddl diventasse legge. Secondo gli esponenti di Forza Italia, invece, il testo andrebbe notevolmente migliorato perché così come è scritto rappresenta, letteralmente, un “obbrobrio giuridico”.
Mara Carfagna, vicepresidente della Camera dei Deputati, si è augurata che la riforma, se approvata, non vada a penalizzare troppo le donne specialmente al sud dove il lavoro è più precario. Nonostante tutte le proteste, che verranno probabilmente confermate con una protesta di piazza il prossimo 10 novembre, l’iter del disegno di legge che vorrebbe cancellare definitivamente l’assegno di mantenimento va avanti.